Miracolosamente guarita da San Gabriele dell'Addolorata | ||||
Il suo patrono San Gabriele dell'Addolorata |
Gemma cominciò ad ammalarsi di una curvatura alla spina dorsale. Inoltre contrasse la meningite, che la lasciò temporaneamente sorda. Dei grossi ascessi le si formaronno in testa, le caddero i capelli, e infine le membra divennero paralizzate. Il medico curante tentò molti rimedi nessuno dei quali ebbe successo. Gemma peggiorava. Gemma cominciò una devozione al Venerabile Gabriele Possenti dell'Addolorata (ora San Gabriele). Sul suo letto di malata lesse la storia della sua vita. Più tardi scrisse del Venerabile Gabriele: "Da quel giorno che il mio nuovo protettore Venerabile Gabriele mi aveva salvata l'anima, cominciai ad averne divozione particolare: la sera non trovavo il sonno, se non avevo l'immagine Sua sotto al guanciale, e cominciai fino d'allora a vedermelo vicino (qui non so spiegarmi: sentivo la sua presenza). In ogni atto, in ogni azione cattiva che avessi fatta, mi tornava alla mente Confratel Gabriele, e mi astenevo" (Autobiografia, p.245). Gemma, che ora aveva vent'anni, sembrava in punto di morte. Fu suggerita una novena come l'unica via di salvezza. A mezzanotte del 23 febbraio 1899, Gemma udì il rumore di un rosario e si accorse che il Venerabile Gabriele le stava davanti. Le parlò così: "Vuoi guarire? . . . prega con fede il Cuore di Gesù; ogni sera, fino che non sarà terminata la Novena, io verrò qui da te, e pregheremo insieme il Cuor di Gesù" (Autobiografia, p.248). Il primo giorno di marzo la novena finì. La grazia fu accordata: Gemma era guarita. Quando si alzò, coloro che le stavano intorno piangevano di gioia. Sì, era stato compiuto un miracolo! |